Tra ordinanze regionali che dispongono la riapertura dei centri anziani dal 15 giugno e ordinanze della Sindaca Raggi che prorogano la loro chiusura fino alla fine del mese, quello che emerge è che al momento non sembra esserci alcuna certezza sul futuro di queste strutture che svolgono una funzione di carattere socio-assistenziale importantissima. Non si capisce perché di fronte alla ripresa, seppur difficoltosa, delle attività di ogni genere e tipo, i centri anziani debbano essere considerati il fanalino di coda. All’interno del Municipio VIII, ad esempio, si registrano fortissimi ritardi nelle sanificazioni dei locali, cosi come il loro adeguamento a tutte le normative sul distanziamento sociale. E’ chiaro che fino a che questi interventi non saranno effettuati e le strutture messe in sicurezza i centri anziani non potranno riaprire. Ma perché non si è intervenuti subito? Perché tanta negligenza? E’ facile dire che gli anziani sono una risorsa, la nostra memoria storica e via dicendo, molto più difficile a quanto pare offrirgli la possibilità di accedere a dei servizi che per molti rappresentano una vera e propria àncora di salvezza. Regione e Comune di Roma facciano in fretta, dimostrino con i fatti di volere una città solidale e attenta ai più deboli, e si sbrighino a riaprire i centri anziani il prima possibile.