Per le strutture ricettive extralberghiere della nostra regione oltre al danno anche la beffa. Infatti il provvedimento con cui la giunta regionale ha stanziato 20 milioni di euro a fondo perduto a sostegno degli operatori del settore turistico del Lazio, per far fronte ai danni causati dall’emergenza Covid-19, richiede per poter fare la domanda la presenza di un requisito di cui molti operatori erano all’oscuro, pena la inammissibilità al bonus contributo. Si tratta di un nuovo codice identificativo regionale detto CISE (QR code) che tutte le strutture interessate avrebbero dovuto richiedere entro il 6 aprile scorso e che è stato introdotto, direi meglio ‘infilato’, all’interno del collegato approvato a fine febbraio. Il problema è che nessuno ne sapeva niente. Quindi in piena emergenza coronavirus, con tutti i problemi che ben sappiamo, le strutture ricettive extralberghiere del Lazio, parliamo di Case e Appartamenti per vacanze, Bed & Breakfast, Ostelli per la Gioventù, Case per Ferie, Rifugi montani ed escursionistici e Casa del Camminatore, avrebbero dovuto sapere di un codice che non può diventare requisito essenziale per poter ottenere dei contributi. Una struttura in possesso di SCIA e in regola con tutti gli adempimenti non può essere esclusa per la mancanza di iscrizione al CISE entro il 6 aprile. Cosi facendo sono state tagliate le gambe al mondo extralberghiero, escluso in gran parte dal poter presentare la domanda e avere accesso ai contributi. Parliamo tra l’altro di cifre veramente ridicole. Già 20 milioni di euro per gli operatori turistici del Lazio sono un’elemosina, figurarsi che per le strutture extralberghiere il bonus previsto è di appena 600 euro!!! Una miseria, ma molti non avranno neanche quella. Un bel capolavoro firmato dalla giunta Zingaretti.