“La Regione Lazio ha chiesto alle Asl e alle aziende ospedaliere del Lazio di riattivare entro il 9 luglio i posti covid per un totale di 844 posti. A parte lo Spallanzani che ha a disposizione 148 posti, gli altri 696 posti letto covid verranno ‘recuperati’ chiudendo ancora una volta interi reparti e compromettendo quindi tutta una serie di attività essenziali che porteranno all’ennesimo rinvio di visite mediche specialistiche, di interventi chirurgici e all’inevitabile e incontrollato fenomeno dell’allungamento delle liste di attesa. Quanto sta accadendo è esattamente quello che vado sostenendo da due anni, cioè che l’idea di creare nel Lazio tutta una serie di reparti Covid a macchia di leopardo, che aprono e chiudono a secondo delle esigenze, è una strategia sbagliata perché penalizza e indebolisce fortemente il sistema sanitario laziale. Sarebbe stato molto meglio pensare, come avevo suggerito (inascoltato) all’assessore alla Sanità D’Amato, ad una riorganizzazione della rete ospedaliera e alla trasformazione di alcune strutture sanitarie esistenti in Covid Hospital. Questo soprattutto per non sospendere le attività di medicina, di chirurgia generale, di cardiologia, di cardiochirurgia, di oncologia e via dicendo, e garantire dunque tutti gli interventi programmati a tutela dei pazienti in lista d’attesa. Nel Lazio ci sono varie realtà che avrebbero potuto essere destinate a diventare Covid Hospital ma nulla è stato fatto. Non solo, ma l’Istituto Spallanzani, unico Covid hospital, non è neanche a pieno regime perché mi risulta che potrebbe attivare fino a 200 posti letto e anche oltre. Allora, prima di creare allarmismo nelle strutture ospedaliere, l’assessore D’Amato (che chiederò venga a riferire in un’apposita audizione) si attivi per permettere allo Spallanzani di funzionare al massimo delle proprie potenzialità.” Lo dichiara il consigliere regionale di FDI Massimiliano Maselli.