Il Consiglio Regionale del Lazio si è riunito in seduta straordinaria per fare il punto sulla questione dei rifiuti nel Lazio dopo l’approvazione in Giunta delle ‘Linee guida del piano regionale rifiuti 2019 – 2025’. Nel mio intervento ho ancora una volta sottolineato come il Lazio sia molto indietro sul tema dei rifiuti e di quanta strada ci sia da fare. I dati non sono negativi, sono drammatici. Ho ricordato che dei 3 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno, ben 2,3 milioni vengono dalla Capitale e che 213mila tonnellate di rifiuti indifferenziati vengono esportati. Come si evince dal bilancio Ama 2017, sono stati spesi 280 milioni di euro per mandare i rifiuti fuori dal Lazio, in altre regioni e in altri Paesi (come ad esempio Austria e Ungheria). Non c’è dubbio del fatto che la nostra Regione debba dotarsi dotarsi di un Piano dei Rifiuti, e ben vengano quindi le linee guida. Credo però che debba essere detto con chiarezza che possiamo raggiungere gli obiettivi previsti nelle linee guida solo se si dice con grande onestà intellettuale che nel Lazio servono maggiori impianti. Bisogna guardare con attenzione a chi ha fatto molto meglio di noi (e non era difficile). Si veda la Lombardia, o anche la Gran Bretagna. La Gran Bretagna, che è un Paese ovviamente virtuoso su tanti aspetti, in questi anni ha mandato i suoi rifiuti negli impianti di termovalorizzazione in Olanda e in Germania, perché non aveva pensato a rendersi autosufficiente. In seguito c’è stato un fenomeno che tutti conosciamo, la decisione della Brexit, e quindi l’Inghilterra, velocemente, si è dovuta dotare di un programma quinquennale, come quello che si sta facendo nella nostra Regione. Ha fatto un programma quinquennale che prevede la realizzazione (proprio perché devono raggiungere l’obiettivo di essere autosufficienti nello smaltimento dei rifiuti) di 60 impianti di termovalorizzazione, un terzo dei quali deve essere basato sulla gassificazione, con l’obiettivo di conferire in discarica meno del 10 per cento. Questo è un esempio, ma potremmo citarne altri, come il Giappone, la Spagna col modello di Barcellona, la Germania, l’Austria, l’Olanda, il Belgio. Ci sono tanti Paesi che hanno vinto questa sfida, che hanno raggiunto l’obiettivo della raccolta differenziata e sono arrivati al 65-67, massimo al 70 per cento. L’obiettivo che la Giunta Zingaretti si pone è quello di arrivare al 70 per cento, che è un obiettivo nobile e ambizioso, ma che chiaramente non potrà essere mai essere realizzato in pochi anni. Ma se anche riuscissimo a raggiungere l’obiettivo del 70 per cento, rimarrà sempre un 30 per cento che deve essere smaltito. Quindi, e ne sono convinto, ci vogliono gli impianti, i termovalorizzatori o meglio chiamiamoli con la nuova tecnologia, gassificatori. Se vogliamo raggiungere quei Paesi che sono oggi all’avanguardia, possiamo sì discutere di tariffa puntuale, di differenziata, di economia circolare, ma non possiamo prescindere dalla necessità di dotare la nostra Regione di una rete di impianti solida, di una rete di impianti che sia veramente efficiente.