14 Ottobre 2022
Finisce la lunga era di Zingaretti alla guida di Regione Lazio. Il presidente annuncia le dimissioni per incompatibilità, essendo stato eletto alla Camera dei deputati. Nel Lazio si tornerà a votare all’inizio del 2023. Il primo, importante appuntamento dopo il voto nazionale del 25 settembre. Ne parliamo con Massimiliano Maselli, consigliere di Fratelli d’Italia alla Pisana.
Maselli, Zingaretti ha annunciato le sue dimissioni.
Sì, ma tra 20 giorni! Poteva farlo subito dopo essere stato eletto in Parlamento.
Non è contento?
Saranno contenti gli elettori del Lazio, dopo anni di scandali e immobilismo politico della sinistra. Zingaretti ha creato un sistema di potere capace solo di imprigionare la vitalità della nostra regione. Ora i cittadini possono tornare a votare. Bisogna farlo prima possibile.
Secondo Lei da dove dovrebbe ripartire il Lazio?
Viviamo una fase congiunturale difficile, ma nel Lazio siamo pronti a difendere famiglie e imprese. Con Fratelli d’Italia metteremo in atto tutte le politiche sociali necessarie a contrastare il carovita e a contenere l’aumento dei prezzi. Non lasceremo indietro nessuno, soprattutto i deboli e i fragili. C’è una forte emergenza abitativa: servono una grande riforma e uno straordinario investimento nell’edilizia popolare, insieme a una operazione di rigenerazione urbana delle periferie.
Parliamo di sanità, Lei se ne è occupato molto in questo mandato. Zingaretti se ne va mentre si apprende dell’inchiesta sulle mascherine del Lazio…
Erano fatti noti. Sulle mascherine mai consegnate c’è un’accusa della Corte dei Conti per danno erariale di quasi 12 milioni di euro. Lei ha sentito la sinistra assumersi un minimo di responsabilità su questa vicenda? Il silenzio che ha circondato il caso delle mascherine, denunciato da Fratelli d’Italia, è inaccettabile.
Parliamo del futuro?
Ecco, è meglio. Dobbiamo riorganizzare la rete ospedaliera regionale, rafforzare la integrazione sociosanitaria partendo dal territorio con maggiori investimenti sull’assistenza domiciliare e la telemedicina. Bisogna rivedere le piante organiche per avere tutte le figure professionali che servono, a cominciare dai pronto soccorso. Poi c’è bisogno di innovazione digitale.
Perché?
L’innovazione tecnologica è fondamentale per meglio connettere gli uffici della pubblica amministrazione regionale. Occorre rafforzare anche la sicurezza informatica, non ci saranno più attacchi hacker contro la nostra regione.
L’altro problema cronico del Lazio è la gestione dei rifiuti. È d’accordo con l’idea del sindaco Gualtieri di fare il termovalorizzatore a Roma?
Fino ad ora il sindaco di Roma ha parlato molto e fatto poco. Noi autorizzeremo gli impianti non inquinanti e ultramoderni per completare il ciclo di smaltimento dei rifiuti. Rafforzeremo la differenziata e la raccolta domiciliare. Avremo meno discariche e meno cassonetti per strada.
Che altro c’è da fare?
Il Lazio ha bisogno di un grande piano infrastrutturale per avere un territorio collegato meglio, con trasporti veloci ed efficienti. Per fare le opere che servono, bisogna stringere un patto con le imprese e fare più investimenti misti, pubblico-privato. Roma deve essere pronta ad affrontare al meglio l’importantissimo appuntamento con il prossimo Giubileo e, speriamo, con Expo 2030. L’obiettivo principale per noi è valorizzare le eccellenze regionali, turismo, cultura, moda e agroalimentare che sono il grande patrimonio del Lazio. Dobbiamo attrarre nuove imprese sul territorio, per creare sviluppo e aumentare l’occupazione.
Che ne pensa del reddito di cittadinanza?
Personalmente sono favorevole all’utilizzo di strumenti che sostengano il reddito delle famiglie più deboli e di coloro che sono impossibilitati a lavorare. Il reddito di cittadinanza invece è diventato un bonus costoso e inutile, la povertà in Italia purtroppo in questi anni è aumentata. Nello stesso tempo è fondamentale innovare le politiche attive. Io penso che i Centri per l’impiego e la formazione professionale debbano essere finanziati a risultato, non a progetto, sulla base dei risultati ottenuti nel mercato del lavoro.
Lei si considera un ambientalista?
Amo la mia terra e ritengo che per difenderla occorra diffondere una cultura di impresa orientata alla sostenibilità. L’ambiente può essere maggiormente tutelato se l’economia cresce, più riusciremo a tutelare il nostro patrimonio ambientale più avremo sviluppo sostenibile. Pensi all’agricoltura. Nel Lazio abbiamo tanti prodotti di qualità, le aziende agricole hanno saputo crescere e innovare…
C’è un ma?
Il nostro tesoro più grande sono le imprese del Lazio. Gli imprenditori chiedono un vero processo di semplificazione. Se gli elettori mi sceglieranno ancora una volta per essere rappresentati alla Pisana, favorire il dinamismo imprenditoriale sarà il mio impegno prioritario nel nuovo consiglio regionale.